News ITA“Uber Black” ritorna operativo in Italia: il Tribunale di Roma ci ripensa

L’app “Uber Black” è tornata ad essere regolarmente attiva in Italia e grazie ad essa si potranno noleggiare automobili con conducente. Con la recentissima decisione del 26 maggio u.s., il Tribunale di Roma ha revocato la propria ordinanza del 7 aprile scorso con la quale era stato disposto il blocco del servizio “Uber-Black”, il noleggio con conducente (autisti professionisti), e l’oscuramento dell’omonima applicazione. Gli altri servizi “Uber Pop” e “Uber X” continuano, invece, ad essere vietati, in virtù di quanto statuito dal Tribunale di Torino con sentenza del 22 marzo 2017. 

Alla base della revocata decisione, vi era la natura illecita dell’attività di impresa posta in essere dal colosso americano poiché considerata una forma di concorrenza sleale ai sensi dell’articolo 2598 del codice civile. L’attività di Uber veniva, quindi, dichiarata contraria ai principi della correttezza professionale e idonea a danneggiare coloro i quali offrono il medesimo servizio nel rispetto della normativa.

Ripercorrendo brevemente i passaggi  che hanno preceduto l’ultima pronuncia, a dicembre 2016 è stato notificato a Uber Italia un procedimento d’urgenza per concorrenza sleale. Il 7 aprile scorso, il Tribunale di Roma ha intimato ad Uber di interrompere il proprio servizio in Italia, entro 10 giorni, pena una multa di 10mila euro al giorno. Uber, pochi giorni dopo, ha così deciso di proporre appello e chiedere una sospensiva, cioè di continuare ad operare fino alla sentenza d’appello. Sospensiva che è stata accolta dal Tribunale che ha ritenuto, così, di dare attuazione alla decisione del Parlamento di sospendere sino al 31 dicembre prossimo alcune norme della legge nazionale che disciplina il settore taxi e noleggio con conducente. La sospensione era stata introdotta nella legge di conversione del decreto Milleproroghe con l’emendamento Lanzillotta e aveva acceso le proteste dei tassisti.

I giudici del Tribunale di Roma, nella recente pronuncia, hanno dichiarato l’insussistenza dell’obbligo di stazionamento all’interno della rimessa, del divieto di stazionamento sul suolo pubblico e dell’obbligo di ricevere prenotazioni presso la rimessa.

In tale vicenda, dalla parte di Uber troviamo Altroconsumo, l’associazione italiana dei consumatori, e l’Antitrust che in queste settimane si è espressa in diverse occasioni a difesa di Uber e del libero mercato nei trasporti.

Ad oggi, la decisione potrebbe essere appellata e il procedimento arrivare fino in Cassazione. Ma c’è un altro fronte aperto nella lotta tra tassisti europei e la multinazionale estera: la Corte di Giustizia Europea. I tassisti spagnoli hanno già avviato un ricorso alla Corte, la cui decisione finale si attende entro il 2017.

La guerra Uber-tassisti, non solo in Italia, avrà quindi un esito dai contorni indeterminati, ma le cui linee guida sono chiare: sarà il legislatore a dover decidere le regole base per questo settore  che dovranno essere aggiornate e riviste. Ciò che ci si auspica è di arrivare all’attualizzazione della legge-quadro sui trasporti che, ad oggi, è “una legge ferma ormai a 25 anni fa, che difende lo status quo, impedisce l’ingresso nel mercato di nuovi operatori e soffoca la concorrenza”, come dichiarato da Altroconsumo.
 di Ilaria Di Majo

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