News ITAIl mancato deposito dei bilanci: ripercussioni sulla valutazione dei requisiti di fallibilità

Il secondo comma dell’art. 1 L.F prevede la non assoggettabilità alle disposizioni sul fallimento degli imprenditori che esercitano un’attività commerciale che dimostrino il possesso congiunto delle condizioni elencate alle lettere a) b) e c) della norma in esame nei tre esercizi antecedenti al deposito dell’istanza di fallimento.

In sede di udienza prefallimentare, il possesso di tali condizioni viene verificato tramite la produzione dei bilanci societari approvati e depositati nel Registro delle Imprese.

Ma cosa succede se durante detta udienza i bilanci in questione non vengono depositati o vengono depositati tardivamente? Il Giudice può non tenere conto di questi ultimi ai fini della dichiarazione di fallimento?

Una risposta ai predetti quesiti è stata fornita dalla Corte di Cassazione, Sezione Prima civile, con l’ordinanza del 31 maggio 2017, n. 13746.

Nel caso di specie, la società s.r.l. dichiarata fallita, a seguito di rigetto del reclamo proposto alla Corte di Appello avverso la dichiarazione di fallimento, ha adito la Suprema Corte portando a suffragio della propria tesi difensiva cinque motivi di ricorso.

La Cassazione ha accolto l’ultimo di questi,  fondato sulla censura della determinazione della Corte d’Appello inerente l’inattendibilità dei bilanci per via del loro deposito tardivo.

Il Collegio dopo aver ricordato la fonte dell’obbligo, art. 2478-bis, comma 2 per la S.r.l., ne ricorda la valenza: «Si tratta, invero, di un adempimento che assolve ad una funzione meramente informativa, o “conoscitiva”, proprio della pubblicità-notizia» (cfr. Cass. Sez. 1, Sentenza n. 6018 del 1988).

Nell’ordinanza in esame la Corte si pronuncia, altresì, sulla possibilità in capo al Giudice, di non tenere conto dei documenti non depositati o depositati tardivamente: «le ragioni di tutela, anche ai fini concorsuali, di coloro che siano venuti in contatto con l’impresa (…), fanno sì che l’esame di siffatti documenti contabili, non depositati o non tempestivamente depositati, possa dar luogo a dubbi circa la loro attendibilità, anche in conseguenza delle tempistiche osservate nell’esecuzione di tali adempimenti formali, sicché (…) il giudice potrà non tenere conto dei bilanci prodotti, di conseguenza rimanendo l’imprenditore diversamente onerato della prova circa la sussistenza dei requisiti della non fallibilità».

In ultima analisi la Suprema Corte, censurando il giudice di merito per il mancato accertamento della inattendibilità dei bilanci tardivamente depositati, chiarisce che il Giudice può non tenere conto dei bilanci prodotti tardivamente, ma deve motivarne le ragioni.

di Andrea Biglia

 

 

 

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