News ITAContratti: non solo teoria ma strumento di cooperazione nella società reale

di Alessia Placchi

“Un eterno ostacolo alla cooperazione umana è che le persone hanno interessi differenti e nelle moderne società i conflitti di interesse sono spesso mitigati, se non completamente risolti, dagli accordi contrattuali”. Così si esprime la Reale Accademia delle Scienze di Svezia che quest’anno ha attribuito il Premio Nobel per l’Economia ai due matematici ed economisti Oliver Hart, docente all’università di Harvard, e Bengt Holmström, professore del MIT di Boston. Il prestigioso premio è andato ai due creatori della cosiddetta “Teoria dei Contratti” ovvero quella teoria – o forse dovremmo dire scienza – che studia come i contratti possano migliorare i rapporti tra aziende (pubbliche e private), lavoratori e società reale.

I due neo-Premi Nobel hanno fornito un quadro completo per analizzare le diverse problematiche dell’architettura contrattuale, per comprendere come i contratti tengono insieme le economie moderne e il funzionamento delle istituzioni, attraverso appunto la mitigazione dei naturali conflitti di interesse all’interno della società, così come per comprendere le potenziali trappole nel design dei contratti stessi.

Attraverso la Teoria dei Contratti, infatti, si possono analizzare molti problemi dell’economia e della società moderna, problemi pratici. Ad esempio, l’apparato teorico elaborato dai due studiosi consente di analizzare la correttezza delle retribuzioni legate ai risultati dei top manager e quindi garantire che i dirigenti di un’azienda percepiscano retribuzioni adeguate ai risultati che realizzano, o ancora che le assicurazioni garantiscano rimborsi in linea con le rate richieste periodicamente ai loro clienti.

Le loro analisi si sono rivelate estremamente utili anche nel diritto e nella scienza politica e sono la riprova di come la contrattualistica sia una scienza sociale multiforme che spazia dal diritto all’economia, dalla sociologia alla politologia, dalla psicologia alla storia.

I due premiati appartengono, difatti, a un fecondo ramo di questo connubio di scienze sociali: diritto ed economia, Law and Economics per usare la dizione originale. E la scelta operata dalla Reale Accademia delle Scienze di Svezia si inserisce perfettamente in un filone che tende a premiare oramai non solo e non tanto le ricerche teoretiche, quanto la loro incisività sulla società e la loro efficacia sulla risoluzione di problemi reali. Ecco il perché di un riconoscimento così nobile alle loro ricerche.

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