di Federico Maffeis
Negata la richiesta di risarcimento avanzata da un giovane affetto da autismo, il quale riteneva sussistente il nesso di causalità tra la sua patologia e la vaccinazione. Il ricorrente impugnava la sentenza della Corte d’Appello, lamentando l’esistenza di un collegamento tra l’insorgenza della malattia e la vaccinazione.
Invero, i Giudici di legittimità confermavano la decisione della Corte territoriale, la quale “ha dato conto, sul piano formale, delle competenze di ciascuno dei consulenti incaricati e così dell’ampiezza dell’indagine svolta, caratterizzata dal concorso di distinte ma integrate professionalità, fra cui quella nel settore della neurologia, comprendente lo studio dei disturbi o sindromi del c.d. spettro autistico”.
Pertanto, sulla scorta della letteratura scientifica, ritenuta vincolante da tutti gli esperti, i consulenti tecnici d’ufficio hanno negato la sussistenza di qualsivoglia associazione tra la patologia autistica e la vaccinazione trivalente MPR (anti morbillo, parotite e rosolia). La decisione appena esaminata è di fondamentale rilevanza in quanto sembra porre fine all’annosa vicenda riguardante le vaccinazioni quali cause della patologia autistica. Nello specifico, è notizia di pubblico dominio che un medico inglese nel 1998 pubblicava su un quotidiano scientifico uno studio riguardante la probabile associazione tra il vaccino trivalente e l’autismo. Nonostante lo scetticismo di molti esperti, la notizia suscitava notevole clamore nella società civile. Tuttavia, riviste scientifiche accreditate e qualificate rivelavano che, in realtà, lo studio avesse compiuto gli esami del caso su un campione di persone eccessivamente ridotto per poter affermare la sussistenza di un nesso tra la patologia autistica e la vaccinazione.
Concludendo, la sentenza qui richiamata parrebbe confermare l’estraneità del vaccino all’insorgenza della patologia così come evidenziato dalla maggioritaria comunità scientifica internazionale.
