News ITAPluralismo e innovazione: i due nuovi mantra per sostenere l’editoria

Nell’epoca del web, dell’imprenditoria 2.0 e dei SEO, inutile ribadire che il settore dell’editoria – quella più tradizionale – è in crisi. Una crisi che dura ormai da un decennio (già nel 2008 il settore registrava una contrazione degli utili del 30%) e che pesa sul fatturato complessivo dei maggiori gruppi editoriali italiani per oltre 2 miliardi di perdite. Considerato il rilievo del settore e la funzione sociale dell’informazione, il legislatore non poteva non intervenire prevedendo misure di sostegno e agevolazioni.

Questo è l’obiettivo della Legge Editoria n. 198/2016 della successiva manovra correttiva 2017. La legge istituisce un fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’editoria le cui principali fonti derivano da risorse statali, destinate sia a periodici e quotidiani che all’emittenza radio-televisiva locale, dalle eventuali maggiori entrate del canone Rai e dal contributo di solidarietà calcolato sul reddito complessivo della raccolta pubblicitaria. Tutti i termini per la ripartizione delle risorse, i criteri e le modalità per la concessione verranno poi definiti annualmente tramite successivi decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri (DPCM). Al momento si è chiarito che il limite massimo del contributo non potrà in ogni caso superare il 50% dei ricavi realizzati nell’anno di riferimento e sono stati definiti i soggetti beneficiari: imprese di nuova costituzione per promuovere progetti innovativi, cooperative giornalistiche, enti senza fini di lucro e imprese editrici il cui capitale sia interamente detenuto da loro stesse o in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti morali senza fini di lucro.

Oltre a queste previsioni, ulteriori incentivi fiscali sono stati previsti dalla manovra bis 2017 (la cui legge di conversione è stata approvata in via definitiva dal Senato lo scorso 24 aprile). In particolare, quello che viene definito “bonus pubblicità” istituisce un credito d’imposta del 75% per la pubblicità di aziende e professionisti a mezzo stampa, radio e TV, elevato a 90% per microimprese, PMI e Startup innovative. L’agevolazione si applica solo se gli investimenti pubblicitari aumentano rispetto all’anno precedente, e solo sulla parte incrementale, con riferimento allo stesso mezzo di informazione. E’ comunque previsto un tetto di spesa massima, che viene stabilito annualmente dal Dpcm ed il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione.

Il dettato normativo sembra escludere dal sistema di agevolazioni i giornali editi sul web, perché non espressamente citati. In realtà la ratio legis è che non sono agevolati gli investimenti pubblicitari su web o mobile che non siano anche su testate giornalistiche, spiega Milano Finanza. Un altro punto che dovrà essere chiarito in sede attuativa.
di Alessia Placchi

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