News ITANews-homepageNegato l’affido condiviso al genitore no vax: prevale l’interesse morale e materiale del minore

di Eleonora Bruno

Il tema ormai da tempo dibattuto e relativo ai vaccini, è stato affrontato recentemente dalla Suprema Corte di Cassazione che, con Ordinanza n. 3913/2018, stabilisce che il genitore no vax rischia di essere escluso dalle decisioni riguardanti la salute e l’alimentazione dei figli minori.

Nel caso concreto, una madre aveva rifiutato i vaccini e la medicina tradizionale sottoponendo i figli a delle cure omeopatiche e imponendo un particolare regime alimentare.

Il giudice della separazione aveva, pertanto, stabilito l’affidamento condiviso dei figli riservando, però, in via esclusiva, le decisioni riguardanti la salute e l’alimentazione dei minori, al padre.

Anche in appello veniva confermata la decisione del Giudice di primo grado.

La donna, quindi, presentava ricorso innanzi la Suprema Corte, sostenendo che la scelta di estrometterla da decisioni così importanti, come la salute, le cure e l’alimentazione dei propri figli, fosse stata assunta senza valutare i contenuti della relazione da lei prodotta circa il nesso tra le patologie mentali da lei sofferte e gli effetti collaterali e dannosi delle vaccinazioni.

Tuttavia, il ricorso veniva rigettato, poiché secondo i Giudici, la madre aveva dimostrato di non essere in grado di porre in essere le condotte più adeguate nei confronti dei figli.

A sostegno della propria pronuncia gli Ermellini sostengono che l’individuazione del genitore collocatario deve avvenire all’esito di un giudizio prognostico compiuto nell’esclusivo interesse morale e materiale del minore, tenuto conto anche delle capacità dei genitori di crescere ed educare i figli nella nuova e diversa situazione determinata dalla separazione degli stessi.

E nel caso in oggetto, sulla base di accertamenti peritali protratti nel tempo, dall’esame di entrambi i genitori nei rapporti tra loro e con i figli e dopo aver verificato la soluzione più tutelante per gli interessi dei minori, si è arrivati alla conclusione che la madre non fosse in grado di assumere i comportamenti più adeguati nei confronti dei discendenti, se non su suggerimento e indicazione del consulente.

In definitiva, dunque, quando uno dei genitori si rifiuta di sottoporre il figlio minore alle vaccinazioni proponendo possibilità omeopatiche o, in alternativa, determinati tipi di regimi dietetici, rischia di essere escluso dalla possibilità di decidere unitamente all’altro genitore in merito a questi aspetti fondamentali per la crescita e lo sviluppo del figlio.

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