News ITA“Mini – Bond: un’opportunità da non perdere per le PMI”

di Ilaria Di Majo

La perdurante fase di limitazione dell’accesso al credito e l’elevata dipendenza finanziaria delle imprese italiane dal canale bancario, hanno spinto il nostro legislatore a formulare l’impianto normativo che disciplina uno strumento finanziario, complementare al tradizionale affidamento bancario, a disposizione delle piccole e medie imprese: i “mini-bond”.

Lo strumento è stato introdotto in Italia dal decreto Sviluppo di fine 2012 con l’intento di dar vita ad un mercato alternativo del credito, implementando l’accesso alla liquidità da parte delle piccole e medie imprese, fino ad allora escluse dalla platea degli emittenti. Così facendo, sarà possibile ridurre la loro dipendenza dal sistema bancario creando, anche per le PMI Italiane, un “mercato del debito”, conformemente a quanto già avviene, da diversi anni, nei sistemi finanziari ed industriali europei e mondiali più avanzati.

I mini-bond sono semplici obbligazioni, dunque titoli di debito, emessi da una società, con un fatturato annuo superiore ai 2 milioni di euro, in cambio di un prestito, con un tasso d’interesse riconosciuto sotto forma di cedola periodica e caratterizzati da una prefissata data di scadenza. La sottoscrizione di queste obbligazioni è riservata agli “addetti ai lavori”, ossia ad investitori istituzionali professionali e ad altri soggetti qualificati, non essendo prevista, per ora, la loro diffusione al pubblico del piccolo risparmio.

A determinare il livello del prezzo (tasso di interesse) concorrono, da un lato, i costi legati alle attività necessarie a fornire agli investitori tutte le informazioni utili a verificare il livello di rischio dell’investimento e, dall’altro, la remunerazione del rischio per l’investitore che deve sottoscrivere il titolo.

Per le PMI è evidente il beneficio derivante dalla possibilità di approvvigionarsi, in relazione alle risorse finanziarie necessarie alle proprie attività, su un canale aggiuntivo e alternativo rispetto al tradizionale canale bancario.

Ebbene, nonostante siano molte le ragioni volte ad incentivare l’utilizzo di questo “nuovo” canale, le nostre imprese devono ancora imparare a cogliere, auspicabilmente quanto prima possibile, le opportunità che questo strumento può fornire loro. Come dimostrano le statistiche, nel 2016, il numero di imprese emittenti è di 64 (+7%), di cui 55 emittenti per la prima volta, con il capitale raccolto nello stesso anno pari a  588 milioni di Euro.

Un recente studio condotto da  Equita sim in collaborazione con il dipartimento Baffi Carefin dell’Università Bocconi, ha evidenziato che quando le PMI ricorrono al mercato dei capitali per supportare lo sviluppo, come nel caso di emissione di mini-bond, l’impatto positivo è evidente: le PMI emittenti sono cresciute di più della media in termini sia di ricavi che di margini.

 

 

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